In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?».
Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
“Amerai”, questa è
la parola che incide i nostri cuori in questa domenica.
Amare è un verbo fin
troppo utilizzato nei nostri giorni, talvolta persino abusato. È un
verbo che pronunciamo così spesso da convincerci di conoscerlo bene,
di possederne ogni segreto. E il più delle volte diamo ad esso un
significato astratto, come se fosse un moto spontaneo dell'animo in
risposta ad una emozione.
Ma “amare”, è invece
il verbo forse più grande nella nostra lingua. Parola che esprime
volontà, desiderio, slancio, gioia che deriva dalla gioia altrui.
Amare è sì una risposta, ma non già ad un'emozione: risposta
all'Amore. Solo quando l'Amore ci ha toccato, è entrato dentro di
noi e ha trasformato il nostro cuore con la sua bellezza, solo allora
potremo rispondere al suo appello di somigliargli, e cominceremo ad
amare.
Come quando uno sguardo
diverso dai mille che avevamo incrociato, ci ha regalato la gioia di
esistere per qualcuno, e noi, a nostra volta, abbiamo risposto con un
sì che prometteva eternità. E come quando alla posta del nostro
cuore si è presentato l'Amore che è origine di ogni amore, ha
chiesto spazio, ha promesso vita piena, gioia vera, e noi, in
risposta, abbiamo compreso che un sì che forse poteva sembrare
irrazionale, certo non era irragionevole, ma avrebbe dato un senso
nuovo ad ogni nostro giorno, una direzione di felicità ad ogni
nostro gesto.
Amare, allora, è una
Parola da “fare”, da costruire, da vivere nella banalità e nella
concretezza spicciola dei nostri giorni. E questo, a volte, ci mette
in difficoltà.
Sarebbe più facile, a
volte, rispettare un elenco, pur interminabile, di norme, che vivere
“secondo verità”. Sarebbe più facile obbedire per dovere, che
scegliere l'obbedienza all'Amore. Perché l'Amore chiama, e con la
più grande umiltà, attende la nostra risposta. La Legge impone,
dirige, ma non libera. L'Amore invece chiede alla nostra libertà, la
fiducia totale dell'amante. Non si tratta di negare o sfuggire alla
legge, si tratta di amarla, perché da essa passa la nostra vita e
al nostra felicità.
Capiamo allora questo
accostamento tra Dio e il prossimo. Un accostamento che forse prima
ci sfuggiva: Dio, lontano oggetto di rituali preghiere, ed il
prossimo, così concreto, così vicino, così fastidioso a volte. Ma
ora vediamo che una volta conosciuto l'Amore, una volta lasciatolo
entrare nel nostro cuore, una volta ascoltata la sua voce e la sua
Parola, allora nulla è più impossibile. E come un giorno ci siamo
accorti che il nostro amore di coppia, regalato al progetto di Dio,
ci chiamava ad aprirci, ad accogliere, a generare per amore, così
ora capiamo che l'amore di Dio e per Dio, “il grande comandamento”,
genera da se stesso “il secondo, simile a quello:
“Amerai il tuo prossimo come te stesso”. E l'amore per il
prossimo non è più un dovere, un gesto di carità, un peso, una
norma di comportamento. Amare il prossimo è il frutto, la fecondità
dell'amore per Dio. E potremo davvero pensare all'altro, ad ogni
altro, come ad un fratello, figlio dello stesso Padre, ad un figlio,
generato dall'amore di Dio. Non faremo meno fatica, forse, ma è la
stessa fatica che sentiamo nel guardare ad un figlio ribelle o
adolescente, la stessa fatica che viviamo nell'accettare la distanza
in un'amicizia, la stessa, splendida, fatica di ogni amore.
Oggi allora, davvero,
siamo posti faccia a faccia con la parola più importante della
nostra vita. E capiamo che a questo amore possiamo dare significati
assolutamente opposti: compimento della Sua legge, o finzione,
surrogato, tradimento. E comprendiamo anche che su questo terreno,
giochiamo tutta la nostra vita, perché solo qui, nella ricerca della
verità dell'amare, possiamo scoprire la felicità, la gioia piena
che non tramonta mai.
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